di Lidia Mattiazzi The Spicy Note
Un piatto ricco di sapori e di gusto, il Timballo di Benedetto VIII è davvero delizioso ed l’ideale per stupire gli ospiti.
Sembra difficile, ma non è così: ha solo più preparazioni che vanno cotte separatamente per rispettare gli ingredienti, ma che poi vengono assemblate al momento del condimento della pasta.
Benedetto Caetani, diventato Bonifacio VIII con l’elezione a Papa durante il conclave di Napoli il 24 dicembre del 1294, nacque ad Anagni nel 1230 e morì a Roma nel 1303. Egli era un giurista, un uomo talentuoso e di buon cuore: iniziò i suoi studi ad Anagni, ma visse poi a Velletri e a Parigi.
Il suo pontificato si sviluppò attraverso un periodo storico che vedeva gli stati europei evolversi da monarchie ad entità politicamente autonome sempre più “distaccate” dal potere della Chiesa e per questo egli cercò con molta convinzione di ristabilire il primato papale: fu uno dei pontefici più controversi e discussi del Medioevo: sia durante il suo pontificato, sia nei secoli successivi; fortemente criticato da Dantein tutto l’Inferno. Di lui si ricorda soprattutto l’avvenimento denominato “schiaffo di Anagni” che vide la sua cattura e l’imprigionamento all’interno del suo palazzo, oggi inprovincia di Frosinone.
Egli tentò invano di difendere la superiorità spirituale del papato contro l’imperialismo della Francia, ma la contesa portò alla sua fine e al trasferimento del papato ad Avignone.
A lui dedicato dai suoi concittadini, il Timballo di papa Bonifacio VIIIè un piatto molto ricco adatto ad essere servito durante le feste o per un pranzo importante.
Dalle mie ricerche ho visto che il comune denominatore è la presenza di una pasta che possono essere fettuccine fresche all’uovo, oppure rigatoni, o maccheroni, condita da un sugo di pomodoro nel quale vengono cotte polpette di carne, funghi e rigaglie di pollo.
In alcune versioni tutto ciò è contenuto in un guscio di brisèe rivestita internamente di prosciutto crudo, ma la maggior parte presenta solamente il prosciutto come guscio esterno.
Ho cercato di semplificare la ricetta mettendo insieme tutti gli ingredienti e le modalità di preparazione che ho trovato, e questo è il risultato.
La mia versione è senza glutine (ho usato pasta e pangrattato gluten free e posto attenzione che altri ingredienti a rischio come il prosciutto, i funghi secchi e la passata recassero la spiga barrata): basta avere un occhio di riguardo alla preparazione se destinati ad un celiaco, per evitare contaminazioni.
Ingredienti
· 300 g di maccheroni
· 200 g di macinato misto di manzo e maiale
· 1 uovo
· pangrattato
· sale, pepe
· olio di semi per frittura
· 100 g tra fegatini e cuori di pollo (se vi piacciono, anche le creste erano previste)
· 1 cucchiaio di burro
· una manciata di porcini secchi
· 350 g di passata di pomodoro
· olio extra vergine d’oliva
· circa10 fette di prosciutto crudo, ma dipende dallo stampo usato*
Lessate i maccheroni molto al dente in abbondante acqua salata: una volta cotti, scolate, condite con un filo di olio e mettete da parte.
Mescolate il macinato con l’uovo, il sale e pepe, aggiungete pangrattato finché necessario per regolare la consistenza e formate delle piccolissime polpettine:
friggetele velocemente nell’olio di semi, scolatele su carta assorbente e mettetele da parte.
Ammollate per una ventina di minuti i funghi secchi in acqua calda, poi strizzateli, tritateli e metteteli in una casseruola con un paio di cucchiai di olio extravergine di oliva e la salsa di pomodoro, finché non restringe un po’.
Tritate anche le rigaglie di pollo e cuocetele brevemente nel burro.
Mescolate la salsa di pomodoro e funghi con le polpettine e le rigaglie e condite la pasta.
Foderate uno stampo da timballo con le fette di prosciutto crudo lasciandole sporgere in modo da poterle ripiegare sulla base e formare il fondo.
Fatelo raffreddare un pochino e poi capovolgetelo su un piatto da portata.