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MTC n. 52: LA RICETTA CHE HA VINTO E'....

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gli Zembi d'Arzillo di Vittoria Traversa de La Cucina Piccolina

PIPPONE DELLA VAN PELT
Vi svelo un restroscena: ai tempi della Lasagna al Forno, Sabrina mi aveva confidato che il suo più grande desiderio sarebbe stato quello di assegnare la vittoria ad un non- Bolognese. La sfida era talmente connotata, talmente radicata nel territorio di appartenenza da far sembrare troppo scontato un vincitore di Bologna: alla fine, però, si era arresa di fronte alla interpretazione di Francesca che, fra tutte, era quella che meglio aveva saputo rielaborare il piatto, con una reinterpretazione sicuramente personale ma non per questo meno che fedele allo spirito i questo.
Mutatis mutandis, stavolta è successa la stessa cosa: la gara è centrata su un piatto di tradizione che di più non si può (molto di più della lasagna, tanto per mantenere lo stesso termine di paragone) e la palma della vittoria va ad una Genovese che di più non si può. Che, di nuovo, non replica la ricetta pari pari ma intraprende una ricerca che la porta a scovare un piatto di tradizione altrettanto antica, diverso negli ingredienti ma identico nella concezione di base: lo realizza alla perfezione e- zac!- sbaraglia tutti gli altri concorrenti.
Che cosa voglio dire con questa riflessione? 
Che si deve essere nati e cresciuti a km zero per potersi aggiudicare le sfide sulla tradizione? che se non si nasce a Napoli non si saprà mai fare una genovese come si deve o che il pandoro perfetto riuscirà solo a chi ha nelle vene sangue di Verona?
Assolutamente no, è la risposta. 
Anche perchè, se così fosse, non avremmo mai avuto una Senese che vince la sfida sugli arancini o una Varesotta che si aggiudica i risi e bisi.
Quello che voglio dire, molto più semplicemente, è che quando ci si trova di fronte a ricette tradizionali è fondamentale capirle fino in fondo.
Leggerle bene e rifletterci su. 
Tenere a freno la fantasia- e lasciare che questa si modelli sul dettato di queste tecniche, testimonianza di un nutrimento tutto peculiare, che chi appartiene a quella cultura acquisisce quasi senza accorgersene, mentre chi ne è estraneo può assimilare semplicemente ragionandoci sopra.
Un po' come era successo ai tempi della Pasqualina askenazita di Eleonora o del Kaki Age di Loredana, tanto per fare i primi esempi che mi vengono in mente: reinterpretazioni originali che scaturivano però da una profonda comprensione della ricetta. 
Per cui, la prossima volta che ci sfideremo su piatti del genere, considerate la Tradizione alla stregua di una partitura musicale: le note son quelle. E' l'interpretazione che fa la differenza. 
E qui dentro non  c'è nessuno- e sottolineo nessuno- che non sia in grado di svettare con il suo acuto. 
Fine Pippone, andiamo con le considerazioni sparse. 
E' stato un mese faticosissimo per tanti di noi, come si è visto dalle tante defezioni della sfida: nello stesso tempo, chi ha partecipato lo ha fatto con la classe di sempre, consegnandoci l'ennesima carrellata di prelibatezze per il palato e meraviglie per gli occhi. A Monica un ringraziamento speciale, assieme alle scuse pubbliche per averla lasciata più da sola, rispetto agli altri Terzi Giudici:e anche se la giustificazione stavolta è validissima ("stiamo lavorando per voi"), il rammarico resta. 
Lo stesso vale per tutti voi, orfani dei miei commenti: chi era al Raduno sa tutto, chi non c'era lo ha saputo ma mai come in questo anno la mia letterina a Babbo Natale reclama giornate più lunghe e un tempo più umano, per potervelo dedicare come meritate.
Nei prossimi post vi racconteremo del raduno, dei nostri progetti, di quello che è stato fatto e di quanto ci piacerebbe fare, oltre che proseguire il tema del mese che così bene si presta alle prossime feste. :ma stasera è tutta per la Vitto e, ancor prima, per Monica, per le motivazioni per la vittoria e per ringraziarla di tutto!
Buona serata 
Ale

 

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