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INSALATA DA TIFFANY: PERCHE' #QUESTOEPIUBELLO

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Che fosse una promessa da mantenere, lo si sapeva da subito. Avremmo avuto una collana di libri che non si sarebbe esaurita nello spazio di un'Ora del Paté- e questo, ancora prima che partissimo con la nostra avventura editoriale, ancora prima della scalata delle classifiche del nostro libro, delle 2000 copie esaurite in sei giorni, della seconda ristampa nel giro di un mese, dei dati di vendita di giugno e dei continui attestati di gradimento che riceviamo ininterrottamente da quel 5 dicembre 2013. 
Che l'avremmo mantenuta in ritardo, lo si era capito nei mesi scorsi : la scadenza di maggio, che sembrava così abbordabile quando la si era programmata, slittava inesorabilmente, in una continua ridda di desolanti colpi di scena il cui unico denominatore sembrava l'accanimento contro questo secondogenito, la cui pubblicazione diventava sempre più simile a quelle gravidanze annunciate delle future regine, che sembran sian sempre lì lì per scodellar l'erede e invece, niente, abbiamo scherzato, sarà per la prossima volta.
Alla fine, però, ce l'abbiamo fatta. Ed è quindi con smisurata gioia e incontenibile orgoglio che annunciamo che oggi, giovedì 17 luglio 2014, ha tronfalmente visto la luce la seconda creatura dell'MTChallenge, nella clinica di Sagep Editori e sotto la vigile assistenza degli infaticabili Fabrizio Fazzari & Barbara Ottonello, alla quale è stato imposto il nome di Insalata da Tiffany. 
Questo, per chi ha fretta di correre ad acquistarlo. 
Per chi ha pazienza, invece, ecco tutto il resto....




#questo è il secondo: ovvero, il libro delle belle stagioni. Di conseguenza, si doveva puntare su un argomento fresco, leggero, facilmente reperibile sul mercato e altrettanto facilmente proponibile da marzo ad ottobre. La scelta è caduta sulle insalate, che lampeggiavano come fari nella notte per attirare la nostra attenzione e che in effetti avevano tutti i requisiti per imporsi alla selezione- non ultimo, la stagionalità. Tuttavia, dovendo finire in un libro, che a differenza loro , non va a male e ci auguriamo  rimanga sugli scaffali delle librerie anche nella brutta stagione, abbiamo ampliato la selezione degli ingredienti anche a quelli invernali. Ne è risultata una carrellata di proposte completa, che copre tutti i periodi dell'anno, anche quelli in cui "farsi un'insalata" sembra una missione impossibile. Fino a ieri, forse. Ma da oggi, non più.



#questo è da Tiffany: se avete seguito la sfida sulla Caesar Salad, ricorderete che non di semplici insalate avevamo trattato, bensì di piatti degni di figurare come unici nei menu e sulle tavole, secondo la rinnovata interpretazione che venne loro data in seguito alla nascita della ristorazione e al rinnovamento delle cucine, da parte di Escoffier & Co. Gli anni erano quelli della Belle Epoque ed è per questo che abbiamo voluto ricreare l'atmosfera mondana, stravagante e raffinata che pervase l'Europa e l'America in quel periodo, alla luce soffusa e delicata delle lampade di quello che, in questa fin de siecle, diventò il gioielliere più famoso del mondo. Questo ha comportato un lavoro da "trovarobe" negli armadi della suocera, della mamma e delle di loro amiche che si son rivelati scrigni preziosissimi, al limite dell'insospettabile, e che ha prodotto i set delle fotografie . Tutto quello che sembra un Lalique, un Baccarat, un Buccellati, un Wilson, una collezione di prime edizioni con tanto di dedica illustre e via dicendo è in effetti un Lalique, un Baccarat, un Buccellati e così via, in una carrellata di immagini che ricrea l'eleganza sofisticata di quel tempo.

 

#questo è di tutti: non che L'Ora del Paté non lo fosse, anzi: se mai c'è stato un momento in cui ho capito che l'obiettivo che volevamo davvero raggiungere era stato centrato, questo è stato ogni volta che ho visto i membri della Community firmare le copie del nostro libro, con la disinvoltura di chi si sente autore e ancor prima artefice del progetto. Ma in Insalata da Tiffany c'è stato un coinvolgimento maggiore, soprattutto nel "dietro le quinte". In primis, gli autori sono un terzo di più (le ricette di insalate sono 41+53 e le salse e i condimenti abbiamo rinunciato a contarli) e anche se all'apparenza alcuni contributi possono sembrare minimi, tutti hanno comportato un lavoro di preparazione e di revisione scrupoloso e capillare. Poi, c'è stata la preparazione vera e propria, per il set fotografico: una settimana "matta e disperatissima" che per molti di loro è iniziata all'alba ed è proceduta fra giri mattutini al mercato, cucine in fibrillazione, dosaggi da verificare al grammo, composizioni da preparare, set da allestire e tovaglie da stirare, piatti da lavare, oggetti preziosi da riporre e, non ultimo, la sottoscritta in fase creativa da sopportare. A tutte loro (che non cito singolarmente, ma solo perchè temo di incappare in omissioni involontarie, ma mortificanti, per me) va un grazie senza confini e la promessa che col prossimo nulla sarà uguale- ma tutto sarà peggio :-)


#questo è diverso: non solo per l'argomento, ma anche per il cambio di squadra. Le fotografie sono di Paolo Picciotto-proprio quello lì: "quello" de La Cucina Italiana di Paola Ricas, "quello" di AD, "quello" di Bellitalia e Belleuropa, "quello" de "La Grande Cucina" e "Pasticceria Internazionale", quello del gotha dell'altra ristorazione, a cui mancava giusto il libro dell'MTChallenge per completare un curriculum del genere, insomma :-) Lavorare con lui è stato molto più di un privilegio e questo solo grazie all'enorme disponibilità della persona che ha avuto la pazienza di guidarmi, correggermi, spiegarmi l'ABC del'ABC calandosi mani e piedi nel progetto e partecipando alla sua realizzazione come se fosse davvero uno di noi. Il risultato sono queste splendide immagini ma se credete di emozionarvi sul web, aspettate di vedere che cosa succede con la carta: un colpo al cuore, senza se e senza ma. 
Le illustrazioni, invece, sono di Mai Esteve- proprio quella lì. E qui, consentitemi una parentesi personale, al di là di qualsiasi altra valutazione, di tipo tecnico, artistico, professionale. Se questo libro è uscito, gran parte del merito è di questa donna straordinaria, capace come nessuno di risollevarmi da un momentaccio, a piccole ma continue dosi di entusiasmo e di fiducia. Per il resto del mondo, questo libro sarà una monografia sulle insalate: per me, sarà sempre la prova concreta di una mano tesa, di una risposta ad un grido di aiuto, di un salvagente lanciato ad un progetto che stava perdendo le forze per arrivare alla riva. E tutto senza mai perdere il sorriso, lavorando di notte, producendo 10 quando veniva chiesto 5, rispettando tempistiche e scadenze e scapicollandosi a Genova ogni volta che le è stato possibile,  con arrivi improvvisi annunciati da sms mattutini e treni presi al volo, per rientrare a casa a tarda notte . Quel "ma dov'eri finora?" con cui la community ha accolto l'anteprima dei suoi disegni è ben più che un modo per esprimere l'ineffabile ammirazione che suscitano la sua bravura, il suo sense of humor, il suo garbo e la sua classe. Non so dove fosse prima, ma da ora in poi sarà con me.


#questo è più bello: l'hashtag che ha fatto impazzire i social in questi tre giorni (e sarà l'ultima volta, per la gioia di chi si è infastidito: al Salone del Libro di Torino ci siamo divertiti tantissimo e non vediamo l'ora di tornarci: quindi, bisogna per forza inventarsi qualcosa di diverso, visto che l'invito era legato al #basta biscotti e ai frutti che quella "pessima strategia di marketing" aveva portato- Salone del libro e invito del'organizzazione, non dell'editore, che stavolta  non aveva neanche uno stand..)... dicevo: l'hashtag che ha fatto impazzire la blogsfera si riferisce solo ed esclusivamente ai contenuti. Ce ne sono di più, addirittura più di quelli che abbiamo dichiarato: i "Cinquanta Pezzi facili" che introducono le insalate più veloci da preparare sono in realtà 53 e, come dicevo prima, a contare le salse, le emulsioni, i condimenti, il "fatto in casa" con gli olii, gli aceti e i sali aromatici, abbiamo desistito, da tante sono, fra quelle raggruppate nelle parti a loro espressamente dedicate e quelle sparse in tutto il libro. Il risultato è questa monografia che ha come aspetto innovativo "l'insalata come non l'avete mai vista"- vale a dire, figherrima- e come aspetto "rassicurante" una raccolta di ricette che spaziano un po' in tutti i campi, contornate dalla consueta cornice storica e tecnica. Le pagine son sempre e solite 144, ma il tocco magico della Fatina delle Insalate, vale a dire Barbara Ottonello, è riuscito a mantenere la stessa eleganza de L'Ora del Patè, con un contenuto molto più importante.


 #questo è Sagep e Fabrizio: prendete una piccola casa editrice che ha scelto di resistere, combattendo con le armi della serietà professionale e che sta cercando di affrontare la sfida delle novità attraverso un dialogo serrato con i suoi autori, che vengono messi al centro dei loro progetti, valorizzati, accuditi, ascoltati e pure coccolati- e avrete un bozzetto di quello che è Sagep. Logico, come ci ha insegnato un certo signore coi capelli sparati e il vizietto delle linguacce, tutto è relativo: è chiaro che i colossi editoriali sono altri, fanno altro, probabilmente garantiscono altro. Ma "fare un libro"è un percorso in salita, molto più faticoso e complesso di quanto si possa intuire. E fare un libro con me, lo è all'ennesima potenza. Perchè sono perfezionista, accentratrice, protagonista (in una parola: scassamaroni) e voglio sempre poter dire la mia su tutto, anche quando farei meglio a delegare e a tacere. In Sagep, mi sopportano e mi supportano, al punto da vagliare con serietà qualsiasi proposta esca dalla mia bocca, anche quando l'esperienza di chi è al timone da anni sa in partenza che si tratta di una cavolata. Con Sagep ho imparato che quando un prodotto è valido, si impone, anche se la distribuzione zoppica, il sito internet si inceppa, i librai giurano sul proprio onore che "il libro non esiste e la casa editrice ha un altro nome": e questo, grazie alla professionalità, alla pazienza, alla solerzia e ai colpi di genio di quel gran pezzo di figliolo di Fabrizio Fazzari :-) al quale non finirò mai più di dire grazie.


#questo è una borsa di studio: una o più, sia chiaro, anzi: l'obiettivo è realizzarne tante, considerato chi abbiamo scelto come nostri "compagni di viaggio", in questo percorso di solidarietà che è un'altra delle cifre che connotano il nostro progetto. sono i ragazzi di Piazza dei Mestieri, una realtà straordinaria con cui siamo entrati in contatto a Torino, giusto al Salone del Libro, lo scorso maggio, in modo tanto casuale quanto deflagrante. L'obiettivo che si propone questa associazione è quello di reinserire nel mondo del lavoro i ragazzi vittime dell'abbandono scolastico: è una piaga sociale gravissima, purtroppo affrontata con scarsità di mezzi da una società che anzi definisce questi giovani "dispersi", condannandoli a priori ad un destino di emarginazione e di difficoltà, a cui per contro la Piazza cerca di sottrarli: la proposta è quella di una qualificazione attraverso il recupero degli antichi mestieri, in un luogo che anche fisicamente vuol ricreare lo spazio delle piazze di una volta, dove l'interazione e l'integrazione andavano a braccetto e la crescita personale trovava nella individuazione di una propria professionalità un supporto importante per poter affrontare la vita adulta in modo autonomo e indipendente. A Piazza dei Mestieri c'è anche una cucina bellissima, nata su modello del Fifteen di Jamie Oliver: i ragazzi vengono avviati alla professione di cuoco, di pasticcere, di personale di sala, di mastro birraio ed è dunque sulla formazione di alcuni di loro che abbiamo deciso di far convergere i nostri sforzi, proponendoci di finanziare una o più borse di studio per questi ragazzi. Piazza dei Mestieri è a Torino e a Catania e il mio auspicio è che possa diventare un modello da seguire anche per tutte le altre città italiane: per l'estero, è un modello da studiare, per noi un fiore all'occhiello nel mondo della solidarietà e ci onora poter fare un pezzetto di strada a fianco a loro.




#questo è "grazie a", in rigoroso ordine sparso
1. alla suocera- e stavolta mi tocca metterla al primo posto, ma chi ha lavorato al dietro le quinte sa perchè. Tutti i set che vedete nel libro, ad eccezione di pochissime foto, sono stati allestiti in casa sua. Quella di Genova, quella "seria", quella dove qualsiasi altra persona dotata di senno avrebbe messo un veto, con tanto di cartelli in stile deposito di Paperon de' Paperoni, "ingresso vietato alla nuora e alla sue amiche". Voi non potete immaginare che cosa significhi tenere l'allestimento di uno studio fotografico nel salone, mettere a disposizione tutti i tesori di famiglia, coinvolgere amiche e conoscenti, allestire tavole apparecchiate per la pausa pranzo (e sempre con tovaglia di fiandra, posate d'argento e fiori in tavola e scusandosi pure se qualche volta si sono usati i tovaglioli di carta)- e questo per una settimana intera. Prima, c'è stato il Masonshire, con la solita 2-3-4 giorni di divertimento sfrenato: anche qui, case aperte e, stavolta, pure le composizioni floreali che vedete nelle foto. Tutte opere sue. Potrei andare avanti ancora per qualche riga, ma preferisco fermarmi qui, prima che si renda conto per davvero di tutto quello che ha fatto per questo libro e si penta amaramente: dovremmo farne un altro e qualcosa mi dice che potrei averne ancora bisogno.
2. alla mamma: il suo è il lavoro che non si vede, meno faticoso e impegnativo, ma prezioso tanto quanto. La prima selezione delle ricette la si fa sempre nella sua cucina, con lei che prepara, assaggia, aggiusta dove c'è da aggiustare e approva dove c'è da provare. L'ultima revisione del libro, la faccio con lei: una roba che al confronto le letture monastiche del medioevo sono una specie di parco dei divertimenti, con la sottoscritta che legge a voce alta, si ferma, corregge, rilegge, corregge di nuovo- e lei che discute, suggersce, fa ricerche, mette a disposizione un sapere appreso in una vita di passione gratuita e assoluta, senza che neppure le cada la palpebra e con il solito acume con cui, da ragazzina, riusciva a beccare sempre le domande a cui non sapevo rispondere. Ai tempi, smoccolavo, ora le dico grazie, per questo e mille e mille altre cose ancora.
3. alla Mapi, un'altra che quanto a sostegno morale e tecnico non è seconda a nessuno: se ho il coraggio di far uscire qualcosa di nostro è anche grazie all'accurata revisione a cui lei sottopone il manoscritto, con la precisione e la competenza che ormai dovreste conoscere tutti. Come se non bastasse, taglio anche la metà degli interventi che fa, imponendomi di non pensare al tempo che ha speso e alla farica che ha fatto. Sono anni che vado ripetendo che merita di più e mai come dopo questa volta ne sono ancora più convinta.
4. a  Elisa Iallonardi e Annarita Rossi, che hanno corretto le bozze: se dovesse esserci qualche errore, è tutto mio
e ancora....


5. a Federica Bertuzzi, ad Alessandra Carissimi, a Cristina Parnici, a Cristina Galliti, ad Arianna Mazzetta, a Chiara e Marta Calugi, a Eleonora Della Vedova, ad Antonella Marconi, di nuovo ad Elisa, ad Annarit,  a Mai e alle insostituibili Giulietta Bodrito e Vittoria Traversa (e non uccidetemi, se ho dimenticato qualcuno, perchè la memoria è inversamente proporzionale alla gratitudine): sono loro le artefici delle ricette delle foto, sono loro le protagoniste delle levatacce all'alba e della fatica dietro i fornelli. Ed è loro la bravura eccezionale con cui hanno riprodotto questi piatti, interpretandoli con intelligenza e leggerezza e confezionandoli in modo assolutamente magistrale.
6. alla "banda del Masonshire" e alla gioia che ci regalate ogni volta. 
7. alla Redazione dell'MTC, a cui va solo un grazie di esistere- e loro sanno il perchè.
8. alla Community, che gioca da 40 edizioni con la stessa passione e lo stesso entusiasmo della prima volta e con una vivacità che non viene mai meno: guai a pensare a questo gruppo come a un collegio svizzero di signorine di buona famiglia. Qui ci si confronta, si discute, a volte ci si arrabbia pure: c'è chi se ne va, chi ritorna, chi sta ai margini, chi partecipa. Ma la spina dorsale tiene e non solo: continua a dare linfa al gioco, rendendolo sempre più connotato, sempre più vivo, sempre più coinvolgente, con una partecipazione consapevole, che ci coinvolge come persone, ancor prima che come sfidanti e come blogger. E come persone di spessore, capaci di affrontare la vita con serietà, quando è il momento, e con allegria e autoironia, appena si può, forti di un bagaglio di valori veri, solidi e indiscutibili, che hanno permesso a tutti di incontrarsi e di riconoscersi.
9. Gli ultimi grazie vanno a mio marito e a mia figlia. Al primo, perchè c'è ancora :-). A Carola, invece, perché le avevo promesso una mamma presente, almeno durante il suo esame di maturità. Avevo anche fatto programmi, vergato agende, preso ferie, proprio perché questo libro fosse finito e archiviato prima di maggio, per potermi dedicare completamente a lei. Vi dico solo che nella stessa indentica ora in cui mia figlia affrontava l'orale, io ero davanti al Mac di Barbara assieme a Mai per vigilare sull'impaginazione. Sagep ha vissuto in diretta ogni momento di questa maturità e anche se ho potuto condividere con loro la mia soddisfazione di madre orgogliosa e felice, non era questo quello che avrei voluto per la nostra vita di mamma&figlia. Se mai c'è una nota di amarezza, legata alle ragioni di questo ritardo, è tutta qui che va ricercata. Ma è l'unica: per il resto godiamoci questa nuova soddisfazione che siamo sicuri che gradirete tanto quanto l'Ora del Paté, se non addirittura di più. Perchè, naturalmente, #questoepiubello!

Insalata da Tiffany viene distribuito oggi in tutte le principali librerie italiane. Se ancora non lo trovaste, vi invitiamo a richiederlo direttamente ai librai. 
Se volete acquistarlo on line, è disponibile da oggi sul sito di Sagep Editori e nei prossimi giorni su Amazon , ai seguenti link

Sagep
Amazon

Insalata da Tiffany - Collana I libri dell'MTChallenge, vol. 2"
Sagep Editori
da un'idea di Alessandra Gennaro
direzione e coordinamento editoriale, editing
Fabrizio Fazzari- Alessandra Gennaro
Progetto Grafico
Sagep Editori
Impaginazione
Barbara Ottonello
fotografie
Paolo Picciotto
Illustrazioni
Mai Esteve
euro 18,00





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