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MTC N. 58 - LA REGINA DELLE PIZZE

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di Alice del Re  -  Pane, libri e nuvole

LEI è LA margherita, la regina delle pizze, la pizza per antonomasia, ben presente nell’immaginario di ognuno di noi, anche se la prima pizza era senza pomodoro (ma questa è un'altra storia).
L'altra LEI è Margherita, regina e basta, colei che ha legato il proprio nome alla pizza, garantendosi fama mondiale e imperitura.
Ma chi era davvero Margherita di Savoia?
Per scoprirlo siamo andati a scomodare la terza LEI, sua Altezza Reale (http://www.altezzareale.com/questo il nome del suo blog) Marina Minelli, storica ed esperta di teste coronate di ogni epoca e latitudine, che ha soddisfatto le nostre curiosità sulla Regina Margherita. Che non era affatto una pizza, anzi.
Partiamo dall'inizio: qual è il rapporto della regina Margherita con la città di Napoli?
Napoli è una città chiave per il regno dei Savoia perché, quando vi arrivano, il mito dei Borbone vi è ancora molto vivo. Margherita e Umberto I decidono di farvi nascere il figlio Vittorio Emanuele per radicarvi la dinastia; il fatto che il bambino sia battezzato anche con il nome di Gennaroè un tentativo di ingraziarsi gli animi napoletani.
Qui, come anche altrove, Margherita fa molta beneficenza e opere di carità: il popolo la apprezza e ne viene conquistato, mentre l'aristocrazia rimane sempre piuttosto sospettosa. Del resto, lei cerca di avvicinarsi al popolo anche assumendone usanze e tradizioni: l'immagine della regina che mangia la pizza del cuoco Raffaele Esposito, cibo popolare per eccellenza, rientra in questo quadro.

 

Quali erano le passioni di Margherita?
Amava moltissimo la montagna e frequentava spesso la Valle d'Aosta, dove il marito fece costruire per lei il castello di Gressoney. Amava le lunghe passeggiate e fu una delle prima donne a praticare l'alpinismo, ovviamente sempre in abiti ottocenteschi...nulla a che vedere con le tenute odierne!
 
Foto: passeggiata in montagna (http://shop.alinari.it/it/scheda-prodotto-82228)
Sorprendentemente, era anche un'appassionata di viaggi in automobile, a quei tempi ancora pionieristiche, e il suo parco macchine era popolatissimo di vetture di ogni tipo, diversificate tra “vetture di città” e “vetture di campagna”, a seconda del servizio a cui erano destinate.
Vive queste passioni in modo molto intenso, anche per compensare delusioni di carattere personale, dovute soprattutto al rapporto con il marito.
 

Ecco, come stanno le cose con il marito Umberto I? E' vero che lui la sposò come “seconda scelta”?
I due erano cugini di primo grado. Inizialmente lui era fidanzato con Matilde d’Asburgo - Teschen che fece una fine orribile: bruciata in casa, in abito da sera, quando era pronta per uscire per un ballo. Subentrò allora Margherita, ma certo gli auspici non erano dei migliori.
Non fu un matrimonio d'amore, ma tra i reali di ogni tempo ce ne sono ben pochi: fu un matrimonio di convenienza dinastica. Umberto ebbe sempre molte amanti e, in particolare, una fissa, Eugenia Litta Visconti Arese, dalla quale ebbe anche dei figli; la reggia di Monza, dove i coniugi reali soggiornarono a lungo, fu scelta anche perché vicina alla residenza di questa donna.
Margherita ebbe anche la grandezza, alla morte di Umberto, di far chiamare la rivale e lasciarla sola per l'ultimo saluto alla salma. Non sono certa che molte di noi l'avrebbero fatto…




E la vita di corte?

La regina era una donna molto mondana e amava i balli e le feste, ai quali si presentava sempre sontuosamente abbigliata e agghindata con molti gioielli. Aveva un vero debole per le perle, che possedeva in grande quantità e che con lei divennero di gran moda. E sembra che i gioielli di Stato siano ancora custoditi in qualche segretissimo caveau della Banca d'Italia, dove li depositò Umberto II. Questa sarebbe una questione da approfondire...






Margherita fu anche animatrice di salotti letterari e radunò attorno a sé artisti e poeti, uno su tutti Giosuè Carducci, che le dedicò anche un'ode. Quanto c'era di studiato e quanto di genuino in questo interesse per l'arte e la cultura?

Giosuè Carducci, pur essendo un repubblicano convinto, fu solo uno dei tanti uomini che subirono il grande fascino di questa donna, non bellissima ma che sapeva ammaliare.

I salotti letterari fanno parte del più generale programma di rafforzamento di una nazione che era ancora tutta da fare, l'unificazione formale era cosa recentissima e non ancora consolidata. È uno dei modi per incentivare un'unità culturale e, al tempo stesso, per garantirsi un terreno più saldo nei confronti degli avversari politici, come “l'aristocrazia nera” di Roma, ossia i sostenitori del Papa.






A questo proposito: la regina Margherita ha sempre avuto una solida immagine di cattolica fervente. Come si è conciliato questo con il rifiuto che le gerarchie ecclesiastiche hanno opposto alla casa Savoia?

Roma fu conquistata per il regno d'Italia solo nel 1870, la ferita era troppo fresca per essere superata in maniera indolore. Per molto tempo, ai Savoia fu negato l'accesso alle funzioni religiose, altro che cuscini per inginocchiarsi e tappeti rossi per entrare in scena: furono costretti ad usare le loro chiese private e l'assistenza del clero compiacente.

Solo con il tempo l'aristocrazia papale si aprì alla casa regnante e, più che per reale convinzione politica, lo fece perché conquistata dallo sfarzo della corte e dalle sontuose feste organizzate al Quirinale, sede dei sovrani a Roma dopo la cacciata di Pio IX.


Esiste qualche aneddoto su Margherita a tavola? Qualche curiosità gastronomica?

Non si hanno notizie particolari se non quella della pizza assaggiata nella reggia di Capodimonte nel 1889 e che le sarebbe stata dedicata.

Conosciamo però i menù dei pranzi quotidiani dei sovrani e dei ricevimenti ufficiali, dai quali è possibile almeno avere un'idea dell'organizzazione dei pasti, non proprio leggeri. Sempre presenti sono le carni bianche e di volatili, fegato e foie gras, prosciutto, salmone, consommé e piatti a base di uova. Tra i dolci ricorrono millefoglie e babà, oltre che assortimenti vari di pasticceria. Non meraviglia che Margherita tendesse alla pinguedine, con tutto questo bendiddio!  

C'è poi un aneddoto che vorrebbe che in un'occasione pubblica la regina avesse mangiato una coscia di pollo afferrandola con le mani, da qui il detto: “Anche la regina Margherita mangia il pollo con le dita”. Ma chissà se andò davvero così!





Era bella?

Non era bella ma era sicuramente una donna affascinante, che sapeva come piacere. Aveva le gambe corte, carattere che poi passò al figlio, e tratti del volto non delicati, un po' marcati, ma bei capelli biondi e un portamento regale. Sapeva valorizzarsi con abiti e gioielli e amava le toilette ricercate. Furono molti gli uomini che subirono il suo fascino, anche se su di lei non ci furono molti gossip.



Come la vedevano gli italiani? E quale fu il suo vero ruolo nella costruzione della dinastia?

Fu l'unica vera regina d'Italia, una perfetta rappresentante della casa reale. Infelice nella vita privata e trascurata dal marito, sublimò le delusioni impegnando tutta se stessa nel compito di costituire e rafforzare l'immagine dei Savoia. Gli storici parlano di margheritismo in riferimento alla sua capacità di conquistare consensi: le sue apparizioni pubbliche in carrozza, le mise ricercate e vezzose, i gesti e il cerimoniale erano accuratamente studiati per rendersi più vicina al popolo, che infatti le fu sempre devoto.

I Savoia, personaggi chiusi e difficili, che non seppero mai conquistare fino in fondo il cuore degli italiani, devono molto a questa donna che ammaliò potenti e popolo allo stesso modo, che non fu mai realmente felice ma seppe assolvere perfettamente al suo ruolo politico.




N.D.R.

La vera origine del nome Margherita, riferito alla pizza, non è di fatto accertata. La vulgata vorrebbe che nel 1889 la regina assaggiasse, nella reggia di Capodimonte, alcune pizze preparate dal cuoco Raffaele Esposito e la sua preferita risultasse essere quella con pomodoro, mozzarella e basilico. Quando il capo dei Servizi da Tavola della regina chiese il nome di quella pizza, lo sveglio pizzaiolo avrebbe coniato sul momento il nome destinato ad entrare nella storia.

Ma esistono molte ragioni per dubitare di questa versione (dettagliatamente raccontate in questo post http://www.wow-wordsoftheworld.it/numeri-precedenti/luglio-agosto-2015/60-pizza-margherita-la-regina-delle-bufale) e pensare invece che sia stata fabbricata ad arte negli anni ’30 per ragioni di marketing dai gestori della pizzeria Brandi, discendenti di Raffaele Esposito.

Esiste invece un’altra teoria, molto più semplice, che potrebbe dare ragione del nome Margherita. La disposizione della mozzarella sulla pizza, infatti, avrebbe ricordato i petali di questo fiore, mentre il verde del basilico ne avrebbe rappresentato lo stelo.

La verità, come sempre, non la sapremo mai.

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