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MTC N. 57 - TIPS & TRICKS: Si scrive cheese ma si legge…

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di Alice Del Re - Pane libri e nuvole

Facile dire formaggio. Ma la scelta del latticino per il vostro cheesecake è un passaggio da non sottovalutare. Non solo condizionerà il sapore e la consistenza, la leggerezza e la digeribilità, ma deve essere ponderato anche in relazione alla base (anche come peso specifico e tenuta) e ai sapori/aromi che si vogliono aggiungere.
E allora vediamo quali sono le opzioni a nostra disposizione, considerando che non è necessario usarli in purezza ma, anzi, è buona abitudine mescolarne almeno due tipi, senza trascurare la componente acidula, caratteristica irrinunciabile del cheesecake.

Cream cheese
Immagine da qui
Leggi: Philadelphia (il brand maggiormente noto ai più). Cremoso, liscio, leggermente acido, è un formaggio fresco vaccino che le fattorie inglesi producevano per l'autoconsumo fin dal 1500. I coloni ne diffusero poi la produzione anche negli Stati Uniti, dove divenne particolarmente famoso quello della zona di Philadelphia, città in cui, in un secondo momento, nacque la prima industria di cream cheese. Si ottiene facendo cagliare la panna ed eliminando il siero, è immediatamente pronto per il consumo (senza stagionatura) e contiene circa il 33% di grassi. Può eventualmente essere addizionato con altra panna dopo la produzione, qualora la percentuale di grassi fosse insufficiente. Per puristi.

Ricotta
Immagine da qui

NON è un formaggio. Si produce a partire dal siero di latte che si forma durante la caseificazione: convogliato in grandi tini e riscaldato fino a 80-90°C, il siero coagula (a volte con l'aiuto di acidificanti) e, come per magia, la ricotta affiora in superficie; poi viene prelevata e messa in recipienti forati (una volta si usavano cesti di vimini o giunco) per far scolare il liquido in eccesso. Il sapore è dolce per merito del lattosio, la percentuale di grassi molto bassa nella ricotta vaccina (8-12%), più alta in quella ovicaprina (fino al 24%), che ha un sapore più caratterizzato e leggermente acidulo. Da non dimenticare la ricotta di bufala. Per amanti della semplicità.

Quark
Immagine da qui

Come il cream cheese, è un formaggio fresco prodotto da latte vaccino pastorizzato, di sapore neutro e leggermente acido, tipico di Germania (noto come Weißkäse) e Austria (Topfen). Si produce per coagulazione acida delle caseine, ottenuta attraverso l'inoculazione di batteri inacidenti (o più raramente caglio) in latte scremato, quindi in partenza è un prodotto magro. Dopo molte ore si forma la massa cagliata: il siero viene eliminato e la massa passata attraverso un setaccio fine e poi addizionata con panna, in quantità variabile a seconda della percentuale finale di grassi che si vuole ottenere: in commercio si trovano prodotti con il 10, 20 o 40% di grassi. Ormai si trova abbastanza comunemente anche in Italia, nelle catene di supermercati tedeschi o nei negozi di alimentazione naturale o biologica. Per chi vuole distinguersi.

Robiola
Immagine da qui

Formaggio italiano a pasta molle, tipico dell'Italia settentrionale e in particolare di alcune valli delle prealpi bresciane. Una volta era prodotto con latte ovino e caprino, oggi quasi esclusivamente con latte vaccino intero crudo (non pastorizzato o pastorizzato a bassa temperatura) e contiene una percentuale piuttosto alta di grassi (33%). Ai fini del cheesecake interessa quella fresca e molle, dal sapore burroso e delicato, che si consuma dopo 8-10 giorni dalla produzione; quella stagionata qualche settimana, più saporita e con la crosta esterna, non è adatta. Per gourmet.

Mascarpone
Immagine da qui

Latticino tipico di alcune zone della Lombardia; il nome deriva dal lodigiano mascherpa(ricotta) forse per analogia con il tipo di lavorazione. Riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale italiano e si ottiene dalla lavorazione della panna con acido citrico o acido acetico: la coagulazione avviene quindi per via acido-termica, che è la responsabile della consistenza cremosa; l'assenza di caglio, inoltre, lo rende adatto anche ai vegetariani. Tradizionalmente era prodotto solo nella stagione invernale, anche perché tende ad irrancidire molto facilmente, ed aveva un caratteristico sapore acidulo dovuto alla rapida fermentazione. Oggi è molto più dolce e delicato, si presenta come una crema molto compatta di colore bianco-giallo chiaro e decisamente calorica (35-40% di grassi). Per veri golosi.

Caprino fresco
Immagine da qui

Attenzione: di caprino esistono migliaia di tipi. Quello più adatto nel nostro caso è quello fresco, spalmabile, senza crosta, che spesso è prodotto – a dispetto del nome – con solo latte vaccino, sia crudo che pastorizzato. Per chi ha le idee confuse.

Per “tagliare” il formaggio di base, inoltre, potete usare yogurt greco, denso e compatto che alleggerirà notevolmente il gusto e la pesantezza del vostro cheesecake, oppure della panna acida, la cosiddetta crème fraîche francese o sour creamanglosassone, più corposa e consistente. Molti usano anche la nostra panna fresca, semimontata, che rende il prodotto finale molto più grasso e dolce, mancando completamente della componente acida.

Adesso la scelta è tutta vostra...

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